martedì 4 novembre 2014

Sviluppo storico - formale - materico del Wok

Come ormai saprete, il wok è quel particolare tegame di derivazione cinese utile a cucinare pietanze di vario tipo economizzando sul condimento (questo già dice molto sulle origini del wok, che sicuramente sono state di tipo popolare per portare a quest'esigenza).

Ma di cos'è fatto il wok?

Tradizionalmente, i primi wok erano colati in un'unica soluzione in ghisa o in ferro, con due manici dello stesso materiale. Da qui si otteneva il classico colore nerofumo. Una variante diffusa al nord della Cina prevedeva un solo manico (variante che poi ha visto una più ampia diffusione commerciale anche nella cucina occidentale).

Con l'avanzare del tempo e il conseguente cambiamento di esigenze, il wok ha registrato un cambio soprattutto sulle impugnature (rivestite di legno e attualmente realizzate in bachelite, per evitare la conduzione massiccia di calore in queste parti) e sul fondo della pentola (per renderlo antiaderente si è soliti rivestirlo di teflon o materiali ceramici). Anche il materiale nel complesso è avanzato tecnologicamente, arrivando a una produzione praticamente solo in acciaio inossidabile (in rari casi in alluminio).
Queste esigenze derivano da una maniera di cucinare più pratica e veloce: l'antiaderenza, ad esempio, era sconosciuta anticamente, e il wok non veniva mai lavato - era surriscaldato e passato con uno straccio per l'eliminazione dei resti dei cibi, poi veniva unto con dell'olio per la prevenzione dalla ruggine. 
Abbinati al wok esistono molti accessori - dalla griglia in metallo per scolare i cibi dall'olio al mestolo bucato che svolge una funzione simile, dalle bacchette in bambù per prelevare pietanze bollenti al coperchio in pyrex.






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